Scheda malattia
Anemia Ferro-Carente Ferro-Refrattaria (IRIDA)
L’anemia ferro-carente ferro-refrattaria o IRIDA è una rara forma di anemia microcitica (cioè in cui i globuli rossi hanno dimensioni ridotte) ipocromica che può manifestarsi, generalmente in età pediatrica, con caratteristiche simili all’anemia sideropenica (cioè l’anemia dovuta a ridotta presenza di ferro).
EPIDEMIOLOGIA
L’IRIDA è una malattia rara, la cui prevalenza ed incidenza non è nota. E’ stata descritta per la prima volta in letteratura solo nel 2008.
EZIOLOGIA
L’IRIDA è causata da mutazioni a livello del gene TMPRSS6, che codifica per la matriptasi-2, una proteina prodotta dal fegato, implicata nella regolazione di epcidina, ormone regolatore chiave dell’omeostasi del ferro nell’organismo.
La malattia provoca una riduzione sia dell’assorbimento intestinale di ferro introdotto con gli alimenti attraverso la dieta, sia del rilascio di ferro dalle cellule di deposito, monociti e macrofagi, nel sangue.
Si trasmette con modalità autosomica recessiva, pertanto il soggetto affetto acquisisce la malattia dai genitori che sono inconsapevolmente portatori sani.
QUADRO CLINICO
Il ridotto assorbimento di ferro e la persistente carenza nel circolo ematico, provoca una ridotta produzione di globuli rossi e lo sviluppo di anemia di entità moderato-grave (valori generalmente inferiori a 8 gr/dL). I sintomi e i segni, principalmente stanchezza e intenso pallore, si manifestano nella prima infanzia o più raramente in adolescenza (momenti della vita in cui il fabbisogno di ferro è aumentato per supportare l’adeguato sviluppo dell’organismo).
Nei portatori di malattia può essere presente microcitosi, carenza di ferro associata o meno a lieve anemia in alcune epoche della vita.
INDAGINI DIAGNOSTICHE
I test biochimici utili nella diagnosi di IRIDA sono:
- ferritina sierica: rappresenta una stima del ferro presente nell’organismo. E’ un indice molto variabile in base all’età, al sesso e ad altre condizioni interferenti (infiammazione, infezione, etc.). Non necessariamente nell’IRIDA la ferritina è ridotta come nella classica anemia da carenza di ferro, può essere normale o addirittura lievemente aumentata;
- saturazione della transferrina: è sempre estremamente ridotta (inferiore al 10%) anche dopo trattamento con ferro. E’ legata ai valori di sideremia e transferrina presenti in circolo.
- epcidina plasmatica: questo ormone prodotto dal fegato è normale od aumentato negli affetti, mentre è ridotto nei casi di anemia sideropenica
L’assetto marziale che ne consegue è peculiare ed è quello di ferro-carenza che si associata all’anemia con spiccata microcitosi.
La mancata risposta al trattamento con ferro indirizza verso la diagnosi: gli affetti da IRIDA non beneficiano della terapia marziale per via orale normalmente utilizzato nel trattamento dell’anemia sideropenica classica e rispondono poco al trattamento marziale per via parenterale.
I test genetici, analisi del gene TMPRSS6, sono diagnostici.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
Lo stato di ferro-carenza del soggetto affetta da IRIDA deve essere differenziato dalla comune sideropenia. Questa rappresenta una condizione estremamente diffusa, soprattutto in età pediatrica, e condizionante anemia microcitica (vedi scheda malattia specifica).
La microcitosi, inoltre, deve essere posta in diagnosi differenziale con lo stato, particolarmente diffuso in Italia, di eterozigosi per talassemia (stato di portatore sano di anemia mediterranea).
STRATEGIA TERAPEUTICA
Gli affetti da IRIDA difficilmente rispondono al trattamento di ferro per via orale, anche se l’associazione con vitamina C in alcuni casi ha permesso di ottenere risultati discreti. Esistono anche segnalazioni della possibile efficacia del ferro liposomiale per via orale (ferro altamente biodisponibile).
Il ferro somministrato per via endovenosa è utile quando frazionato in più infusioni ripetute a dosaggi non elevati (es. 1-2 mg/Kg dose). Infusioni parenterali a dosaggi più elevati (3-4 mg/Kg dose) tanto più se ravvicinate, possono portare paradossalmente ad accumulo di ferro nelle cellule di deposito, che l’organismo poi riesce ad utilizzare solo lentamente in tempi lunghi.
Raramente la grave anemia può rendere necessario il supporto trasfusionale con trasfusioni di globuli rossi.
Altre terapie, ad esempio l’eritropoietina, non si sono dimostrate efficaci.
FOLLOW UP
I soggetti affetti da IRIDA devono eseguire esami ematochimici periodici volti a sorvegliare l’anemia e la ferro-carenza al fine di garantire, in particolare in età pediatrica, un adeguato accrescimento staturo-ponderale e sviluppo psicomotorio dell’organismo.
L’IRIDA è una malattia rara e poco conosciuta. Studi collaborativi volti a caratterizzare meglio il fenotipo della malattia, l’andamento nel tempo, il trattamento necessario sono in corso.
Programmi di diffusione delle conoscenze sulla malattia potranno permettere una più facile identificazione dei soggetti affetti differenziandoli in particolare nell’infanzia dalla comune anemia sideropenica.